Sin dalla prima diffusione del COVID-19, gli ospedali delle città più colpite dalla pandemia si sono trovati in difficoltà ad accrescere il numero delle postazioni in terapia intensiva per accogliere un numero crescente di pazienti affetti da gravi infezioni respiratorie, spesso con bisogno di ventilatori polmonari. Comunque si evolva la pandemia nei prossimi mesi, si prevede che a livello internazionale sarà necessario un numero aggiuntivo di unità di terapia intensiva. 

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Ciascuna unità è attrezzata per il biocontenimento grazie alla pressione negativa creata da un estrattore. Le unità soddisfano gli standard degli ambienti per l’ isolamento delle infezioni aeree.

L’obiettivo di CURA è di migliorare l’efficienza delle soluzioni eistenti nella progettazione degli ospedali da campo, adattandole ai bisogni della pandemia da coronavirus. Il progetto fornisce unità di terapia intensiva per pazienti con COVID-19 in moduli compatti, reversibili e riutilizzabili. Mira a facilitare il lavoro del personale medico ed evitare le infezioni crociate e l’affollamento degli ospedali.

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Ogni unita’ funziona in autonomia e puo’ essere spedita ovunque. I container sono connessi da una struttura gonfiabile e possono generare configurazioni modulari multiple (da 4 a oltre 40 posti letto).

Alcune unita’ potrebbero essere posizionate in prossimita’ di un ospedale (ad esempio in un parcheggio) per aumentare il numero di postazioni di terapia intensiva. Altre potrebbero essere utilizzate per creare infrastrutture autonome di dimensioni variabili.

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Di recente abbiamo sviluppato delle unita’ espandibili che possono ospitare fino a quattro letti di terapia intensiva cosi’ come altre funzioni, ad esempio una sala operatoria.